Desperate Housewives
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Desperate Housewives

I segreti di Wisteria Lane


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Dialoghi Episodio 4 Stagione 1

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1Dialoghi Episodio 4 Stagione 1 Empty Dialoghi Episodio 4 Stagione 1 Gio Mag 27, 2010 2:27 am

alicina

alicina
Admin

Mary Alice: Da viva ho assunto molte identità diverse: amante, moglie, e alla fine vittima. Le etichette sono importanti per i vivi, indicano il modo in cui le persone vedono se stesse. Come la mia amica Lynette; lei si considerava una donna in carriera di grande successo. Era nota per le sue colazioni d'affari, le presentazioni ad effetto, e il modo spietato di spazzare via la concorrenza. Ma Lynette aveva rinunciato a tutto per una nuova etichetta: il ruolo, più che gratificante, di madre a tempo pieno. Ma.., sfortunatamente per Lynette, la nuova etichetta deludeva spesso le aspettative.

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Mary Alice: All'improvviso Lynette si era resa conto che la sua etichetta stava per cambiare di nuovo.. Negli anni a venire sarebbe stata ricordata come la madre dei bambini che avevano dipinto Tiffany Axelrod di blu.

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Mary Alice: Si preannunciava un pomeriggio interessante a Wisteria Lane. La mia amica Bree aveva scovato una misteriosa audiocassetta, sottratta al consulente matrimoniale. Lo stesso a cui mi ero rivolta per delle confidenze riservate..

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Gabrielle: Ve lo posso dire? Sono felice che se ne vada.
Bree: Gabrielle!
Gabrielle: Mi dispiace, ma Paul mi ha sempre fatto venire i brividi. Non l'avete mai notato? E' come se nascondesse un lato oscuro. Non so perchè, ma c'è qualcosa in lui di..
Lynette: Malefico?
Gabrielle: Esatto.
Susan: Ce ne siamo accorte tutte.
Bree: Detto questo, io adoro come si prende cura del suo prato..

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Edie: Odio Susan Mayer. Ogni volta che vedo quei suoi occhioni da cerbiatta, giuro che vorrei uscire fuori e sparare addosso a un cervo!
Martha: Che ti ha fatto questa volta?
Edie: E' davanti alla casa di Mike Delfino a fare la svenevole con lui. Capisci, non molla.
Martha: A Susan piace Mike?
Edie: Ma dove diavolo vivi Martha? Gli sbava dietro da quando è venuto a vivere qui.

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Danielle: Sai, papà non è più tornato a casa ieri sera. Hanno fatto una brutta litigata.
Andrew: Brutta come?
Danielle: Tipo brutta da divorzio.
(Bree canticchia)
Danielle: Canta, è sempre esagerata quando è preoccupata.
Andrew: Se papà se ne va e ci lascia da soli con lei, io posso impazzire.

Bree: La cena è pronta in tavola.
Andrew: Mamma, dov'era papà ieri notte?
Bree: L'hanno convocato con urgenza per parlare a un congresso a Philadelphia. Mettetevi seduti.
(Danielle vede la tavola imbandita)
Danielle: Il loro matrimonio è proprio finito!

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Susan: Signora Huber.
Martha: Salve Susan, è una mia specialità.
Susan: Oh, grazie. Come mai?
Martha: Devo avere un motivo per farle una gentilezza?

Martha: Non vedo l'ora che lei lo assaggi. E' un pasticcio lo sa?
Susan: Veramente ho già cenato.
Martha: Non fa niente, lo conserverà per domani.
(Martha ride)
Susan: Perchè ride?
Martha: Stavo ripensando a quella vecchia espressione: "Ho fatto un bel pasticcio". Pasticcio, una volta era a base di carne tritata e chissà perchè "Ho fatto un pasticcio" è sinonimo di "Ho combinato un bel guaio". (ride) Ma si diceva 100 anni fa. Oggi i pasticci sono di 1.000 tipi diversi; ci si mette la frutta secca, le spezie, e il rum. Sono tutto fuorchè un guaio, ma si continua a dire "Ho fatto un bel pasticcio".
Susan: Beh, credo proprio che nessuno lo dica più.
Martha: Io invece si. Allora come sta, Susan? Mi dica.
Susan: Molto bene, grazie.
Martha: Meno male. Lo sa, devo farle una confessione: rimpiango di non esserle stata vicina quando Karl se n'è andato.
Susan: Oh, non deve scusarsi per Karl. Ormai è finita, ho voltato pagina.
Martha: Si, lo so. Ha spostato le sue mire su Mike Delfino. Gran bel ragazzo, vero? Perchè le piace, giusto?
Susan: Ah, certo, è un amico.
Martha: Oh, Susan. Quell'aria da brava ragazza è un'ottima strategia per una verginella al primo ballo, ma per delle donne della nostra età è solo irritante. E' sicura di non volerne un pò.
Susan: No, la ringrazio.
Martha: Io spero che funzioni tra lei e Mike. Lo corteggia disperatamente.
Susan: Ma che dice? Non sono disperata.
Martha: Oh santo cielo, Susan! Ha bruciato la casa della sua rivale in amore. Se non è disperazione, non so cosa lo sia!
Susan: Signora Huber, col dovuto rispetto, lei è pazza.
(Martha tira fuori dalla borsa la tazza e la poggia sul tavolo)
Susan: Cos'è quella?
Martha: Che strano, non la riconosce? L'ho trovata fra le macerie della casa di Edie.
Susan: Beh, non significa..
Martha: Sshh, sshh. Mi stia a sentire: non le sono stata vicina in passato però sono qui in questo momento, e, per quanto mi riguarda, sarà il nostro piccolo segreto. Nessuno dovrà mai venirlo a sapere. Oh, mia cara Susan! Lei non sa che piacere poterla finalmente aiutare, mi creda! Sembra così pallida.. Mi scusi, ma insisto: deve per forza provare il mio pasticcio.
(gliene mette un pò in bocca) Da brava.. Le avevo detto che era un pasticcio...

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Bree: Dove sei stato stanotte?
Andrew: Da Brian.
Bree: Ho sentito la madre di Brian. Te lo chiedo di nuovo, dov'eri ieri sera? E non raccontarrmi bugie.
Andrew: Dove avevi detto che era papà? A Philadelphia?
Bree: Andrew, non cambiare discorso, d'accordo.
Andrew: Oh, scusa! Credevo che l'argomento fosse "Non diciamo bugie". Ho chiamato papà, e so che se n'è andato.
Bree: Beh, è una situazione temporanea... E temevo che vi preoccupaste, era per proteggervi.
Andrew: Non m'importa, tu hai detto una bugia. Quindi piantala di far finta di essere un modello di moralità.
Bree: Il fatto che non ti voglia coinvolgere nei miei problemi coniugali non ti da il diritto di essere maleducato.
Andrew: Ma se avessi cacciato mio padre? Potrei essere maleducato?

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Carlos: Cos'è questo?
Gabrielle: E' un calzino.
Carlos: E' un calzino da uomo. Era sotto il nostro letto, e non è mio.
Gabrielle: Oh, per l'amor del cielo Carlos, ma questo è di Yao Lin.
Carlos: La cameriera porta calzini da uomo?
Gabrielle: No, li usa per spolverare..

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Bree: Se gli insegnanti e il pediatra consigliano di dare dei farmaci ai tuoi figli, allora dov'è il problema? Spiegami.
Lynette: Prima dirigevo una società con 85 dipendenti, e adesso nn riesco a gestire tre marmocchi senza drogarli? Beh, ho fallito su tutta la linea..

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Carlos: Spolvera sempre coi calzini?
Yao Lin: Si.
Carlos: E' un'usanza giapponese?
Yao Lin: Veramente sono cinese..
(Carlos se ne va)
Yao Lin: Non mi piace mentire.
Gabrielle: Già, e a me non piace come stira. Siamo pari.

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John: Signora Solis, che ci fai qui?
Gabrielle: Carlos ha trovato questo sotto il letto.
John: Porca miseria!
Gabrielle: Abbiamo rischiato grosso, ma sono riuscita a coprirti. Ti ho portato questi, d'ora in poi Carlos non ti dovrà mai vedere con niente che assomigli a un calzino da ginnastica.
John: Vuoi che tagli il tuo prato in sandali? Mi taglierò un dito!
Gabrielle: Pensa a cosa ti taglierebbe Carlos se venisse a scoprire di noi...

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Bree: Heath. Ian. Andrew.
Andrew: Mamma, come hai fatto a sapere che ero qui?
(Bree lancia sul tavolo la scatola di accendini)
Andrew: Sei entrata in camera mia?
Bree: Certo! E non finita, domani ci torno per una bella pulizia. Ah, senti Heath, non ho avuto occasione di dirti che hai fatto un magnifico assolo l'altro giorno in chiesa!
Heath: Grazie.. Beh, noi andiamo.
Bree: Spero che non sia per qualcosa che ho detto.
(verso Andrew) Allora Andrew, vogliamo andare?
Andrew: Mi hai umiliato davanti ai miei amici. Non verrò con te, capito?
Bree: Va bene.
(Bree si siede vicino ad Andrew)
Andrew: Ma che fai?
Bree: Guardo lo spettacolo. Voglio vedere cosa c'è di tanto interessante.. (verso la cameriera) Mi scusi signorina, vorrei un bicchiere di Chardonnet della casa.
Cameriera: Si, signora.
Bree: Beh, mentre tu elabori le tue fantasie su quella donna, hai mai riflettuto su come possa essere finita in questo posto? Sul fatto che sia figlia di qualcuno. E che i suoi genitori avessero dei sogni per lei, sogni che non prevedevano affatto un perizoma, oppure un palo.
Andrew: Tanto non funziona. E' inutile. Non mi muovo.
Bree: Solo Dio sa cosa ha dovuto passare nella vita. Un abisso di povertà, droga, violenza domestica. Forse anche uno stupro!
Andrew: Mamma!
Bree: E ora lei tratta se stessa come la trattano gli altri. Solo come un oggetto. Un pezzo di carne.
Uomo: Adesso basta. Ragazzo portala fuori da qui, la mammina ci sta rovinando lo spettacolo.

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Susan: Quando ho capito di non poter spegnere l'incendio, sono scappata. E devo aver perso la tazza dosatrice..
Julie: Non posso mandarti in giro da sola!

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Susan: Ripassiamo il piano un'altra volta.
Julie: Mamma, non è un'operazione a cuore aperto. Tu resti di guardia e io mi intrufolo in casa della signora Huber e cerco la tazza dosatrice. Semplice!
Susan: Oddio, mi odio per averti trasformato in una ladra!
Julie: E' la nostra tazza dosatrice. Ci riprendiamo quello che ci appartiene.
Susan: Si, è vero, hai ragione. Dal punto di vista etico non non ci dobbiamo vergognare di nulla.
(le porge un paio di guanti)
Oh, mettiti questi. Non voglio che lasci impronte.

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Mary Alice: In quel momento, Lynette ha preso una decisione: per quanto riguardava i suoi bambini, i farmaci erano un'ipotesi da scartare. Ovviamente, dato il costante livello di frustrazione, Lynette ha pensato che una leggera "auto-medicazione" non poteva farle che bene..

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Bree: Qual è la tua strategia? Non vuoi rivolgermi mai più la parola?
Andrew: Si, qualcosa di simile.
Bree: Credo proprio di doverti fare delle scuse.
Andrew: Sta attenta, non vorrei che ti sforzassi troppo..
Bree: Ho sbagliato a mentire su vostro padre. Siete grandi abbastanza da affrontare la realtà, mi dispiace.
Andrew: Và avanti. Ce l'ho con te per almeno altri 100.000 motivi.
Bree: Non pretenderai che mi scusi per averti portato via da un locale di spogliarelliste! E' stato uno dei miei momenti migliori.
Senti Andrew, so che mi dai la colpa per la rottura con tuo padre, però non è dipeso solo da me e vorrei che tentassi di capirlo.
Andrew: Lo so. E' che non volevo che se ne andasse.
Bree: Neanch'io.
Andrew: Mamma..
Bree: Si?
Andrew: ..quando riavrò la mia porta?
Bree: Tra 3 mesi!
Andrew: Ooohhh!

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Martha: L'ha presa lei, non è vero?
Susan: Buonasera signora Huber.
Martha: Colpa mia, dovevo nascondere la tazza. D'altronde, chi è capace di appiccare un incendio, è anche in grado di commettere un furto.
Susan: Non so di cosa stia parlando, signora Huber.
Martha: Suppongo che l'abbia distrutta.
Susan: Glielo ripeto. Non so di cosa stia parlando ma... si, l'ho fatto.
Martha: Avrei mantenuto il suo segreto. Peccato che non si sia fidata di me.
Susan: (ride) Lei è veramente un fenomeno, lo sà?
Martha: Oh Susan, la prego, non sia scortese. Non possiamo tornare ai rapporti amichevoli che abbiamo sempre avuto?
Susan: Terrò sempre il mio prato in ordine, non ascolterò la musica a volume troppo alto e, se riceverò della posta destinata a lei, gliela porterò subito. Saranno rapporti di buon vicinato. D'ora in poi quando la incontrerò per caso per strada le dirò "Buongiorno, signora Huber" oppure "Come sta, signora Huber?", ma le assicuro che dal profondo del cuore io le starò inviando, molto serenamente, una maledizione.
Martha: Attenta carina, non dica cose di cui potrebbe pentirsi.
Susan: Buona serata, signora Huber!

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Detective Shaw: Esattamente, per quale motivo mi ha assunto?
Paul: Semplice. Qualcuno ha mandato quel biglietto a mia moglie. Devo sapere chi è stato.

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Mary Alice: Che genere di persona manderebbe un simile biglietto? Forse un nemico? Certo. Ma di che genere? Un conoscente? Un estraneo? E se fosse un vicino che vive a pochi metri?

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